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C'era una volta...


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“Ho messo il mio apparecchio sulla finestra aperta della stanza dove lavoro, dirigendolo verso la piccionaia. Ho fatto l’esperimento nel mio solito modo e ho ottenuto sulla carta bianca quella parte della piccionaia che si vede dalla finestra ed una debole immagine anche di questa, che era meno illuminata“ scrive Joseph Nicéphore Niépce il 5 maggio 1816 al fratello Claude.
Come recita il Poeta ... "
da chimico un giorno avevo il potere di sposar gli elementi e farli reagire", Joseph, personaggio eclettico di una mente estremamente creativa, partendo dall’idea di imprimere le immagini prodotte dalla camera oscura su un supporto costituito da una lastra da incisore, ciò con l’intenzione di produrre impianti litografici senza l’intervento di un disegnatore, effettuando per anni prove con materiali diversi dal bitume di giudea, all'argento, ottiene la prima se pur labile fotografia, che lui stesso continua a chiamare eliografia o meglio "points de vue", punti di vista. Per quanti tentativi avesse condotto, comunque, pur facendo uso di diverse camere oscure, Niépce incontrò forti difficoltà al momento del fissaggio in quanto non riuscì a trovare una tecnica migliore di quella che gli consentiva l'impiego dell'acido gallico (ignorava come arrestare il processo d'annerimento del sale d'argento e le immagini, dopo una certa esposizione alla luce diurna, scomparivano). Nel 1827, durante un viaggio a Parigi, conosce Daguerre e Lemaitre e nel 1828 fonda con Daguerre un’associazione per il perfezionamento dell’eliografia. Muore tuttavia prima di vedere riconosciuta l’importanza delle sue ricerche a Saint Loup de Varenne nel 1833. Ancora oggi alcuni ricercatori e studiosi affermano che la prima fotografia sia da attribuirsi a Thomas Wedgwood, un inglese, ma la prima si ha la certezza assoluta mentre della foto di Wedgwood non vi è certezza ne prove concrete. Bisognerà aspettare l'inglese Talbot che riuscì a fissare le prime foto su carta, perché la fotografia si dimostrasse una invenzione, una scoperta rivoluzionaria che cambierà stili, usi e costumi della società. Con la rivoluzione francese, il mondo era entrato in un periodo di profondi cambiamenti sociali e tecnici. Tutto quello che era stato privilegio esclusivo dell'aristocrazia diventava accessibile anche alla borghesia, e il successivo sviluppo economico nella rivoluzione industriale, che richiedeva nuovi sistemi di comunicazione e nuove tecniche di produzione portò questa scoperta alla portata di tutti. La borghesia liberata dalla tutela dell'aristocrazia formò vere e proprie dinastie di banchieri, avvocati, industriali e commercianti che per gloria e desiderio di immortalità desideravano tramandare alla posterità la propria effige o il proprio ritratto, ma se l'aristocrazia commissionavano i loro ritratti a Rubens, Velazquez, Goya, ect,, grande pittura che presuppone geni, sempre più rari, e non si presta a produzioni di serie e i miniaturisti di tutta europa non bastavano ad esaudire le richieste, e in un tempo ossessionati dal realismo, la fotografia spodesta inesorabilmente il ruolo della pittura rilegandola ad altri anche fortunati percorsi come si verificherà in tutto il 900, occupando un ruolo che era stato sino ad allora ad appannaggio esclusivo della pittura. "Sono entrate le macchine, l'arte è uscita... Sono lontano dal pensare che la fotografia possa esserci utile." (Paul Gauguin)
Un’invenzione dovuta alla mediocrità degli artisti moderni ed il rifugio di tutti i pittori mancati”: secondo Baudelaire.
Nulla si ferma, il tempo è inesorabilmente portatore di nuove idee, nuove scoperte, nuovi contesti sociali, così come la pittura è cambiata e i suoi protagonisti hanno assunto ruoli diversi, anche la fotografia ha subito, negli anni, stravolgimenti e trasformazioni, occupando altre posizioni e nuovi utilizzi, stravolgendo il ruolo degli stessi protagonisti in nuove figure ed entrando prepotentemente nella vita collettiva, assumendone nuovi funzioni e espressioni.
Il proseguo di questi Post nel Blog "Disegnare con la Luce" vuole essere un viaggio, fra esperienze personali, emozioni incontrate, aneddoti, riflessioni, divagazioni filosofiche, appunti storici, autori del passato e contemporanei, sbirciando fra le nuove tecniche e i nuovi percorsi, alla ricerca dello stato della fotografia e le sue valenze nel nuovo millennio.
Vuole essere, anche un dialogo aperto, con altri punti di vista ed esperienze che incontreranno queste righe.

Adolfo Brunacci





"E' un'illusione che le foto si facciano con la macchina... si fanno con gli occhi, con il cuore, con la testa."
Henri Cartier-Bresson

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